Come scegliere il professionista adatto a noi

In alcuni momenti della propria vita è possibile sentirsi in crisi, sopraffatti, disorientati, inefficaci. In questi frangenti, quando il sostegno e i consigli di parenti e amici si rivelano inutili, può essere d’aiuto confrontarsi con i problemi e le difficoltà emersi rivolgendosi a un professionista qualificato, esperto e in possesso delle dovute certificazioni.

Stando ai dati dell’ISPES, più di 400.000 italiani si rivolgono ogni anno a psicologi e psicoterapeuti per affrontare e risolvere problematiche che percepiscono fuori dal proprio controllo [relative, tra le tante, a: crisi di coppia o relazioni sentimentali; dinamiche familiari; perdita di una persona cara; problemi di lavoro o perdita dell’impiego; stress; abuso di sostanze; ansia; disturbi alimentari; depressione; ecc.].

Attraverso la giusta terapia, ogni anno in tutto il mondo psicologi e psicoterapeuti aiutano milioni di persone di ogni età a vivere vite più soddisfacenti, serene e produttive.

È il caso di prendere in considerazione una terapia psicologica, se:

  • Percepiamo un opprimente e prolungato senso di impotenza e tristezza, e le difficoltà non sembrano migliorare malgrado gli sforzi compiuti e l’aiuto di amici e parenti;
  • Non riusciamo a prendere decisioni importanti per noi e il nostro futuro in modo sereno e autonomo;
  • Sperimentiamo difficoltà e pesantezza nel portare avanti le attività di ogni giorno (se, per esempio, sul lavoro ci sentiamo incapaci di concentrarci su compiti che in altri momenti avremmo affrontato senza problemi e le prestazioni finiscono per risentirne);
  • Tendiamo a essere costantemente – ed esageratamente – preoccupati, pessimisti, senza speranze nel futuro, affaticati, bloccati;
  • Sentiamo il bisogno di confrontarci con un esperto su tematiche che riteniamoimportanti per il nostro benessere;
  • I nostri comportamenti / atteggiamenti risultano dannosi per noi stessi e chi ci circonda (se, per esempio, ci troviamo ad abusare di alcol, cibo o sostanze,siamo estremamente polemici o aggressivi; facciamo fatica a mantenere il controllo, il nostro sonno è particolarmente disturbato, ).

È il caso di prendere in considerazione una psicoterapia, se…

  • Siamo divenuti consapevoli di una sofferenza psicologica che perdura nel tempo e che comporta problemi e difficoltà in diverse situazioni (per esempio interazioni con gli altri, vita professionale, relazioni sentimentali, capacità di badare a se stessi e portare a termine attività di tutti i giorni in modo autonomo e naturale);
  • Non riusciamo ad avere rapporti sereni con noi stessi prima di tutto, e con coloro che ci circondano e con cui entriamo in contatto;
  • Tendiamo ad avere reazioni inadeguate, il più delle volte ripetitive e difficilmente modificabili, che portano disagio o sofferenza a noi e alle persone per noi significative;
  • Sperimentiamo sintomi corporei (per es. mal di pancia, mal di testa, tachicardia, alcuni tipi di dermatiti, alopecia, ecc.) che non hanno però trovato riscontri organici negli approfondimenti medici effettuati.

Dove cercare?

Per trovare il professionista adatto è possibile percorrere diverse strade:

  • L’Ordine degli psicologi della propria Regione pubblica due differenti elenchi: quello dei laureati abilitati ad esercitare la professione di Psicologo e quello dei professionisti abilitati a esercitare l’attività di psicoterapeuta
  • [per esempio, Ordine Psicologi della Lombardia: “VISITA RICERCA ISCRITTI ORDINE”
  • Rivolgersi al proprio medico curante;
  • Consultare, su Internet, le Banche dati di Psicologi e Psicoterapeuti;
  • Cercare su Internet, tramite i vari motori di ricerca [Google, Yahoo, etc.] inserendo come parole chiave gli elementi che più ci interessano – come per esempio:
Psicologo o Psicoterapeuta
  • Città o provincia di residenza (o dove si preferisce trovare lo studio del professionista)
  • Tipologia dell’approccio ricercato (per es: cognitivo / psicoanalisi / ipnosi / ecc.)
  • Specializzazione in problematiche simili a quelle presentate (per es: problematiche relazionali / ansia / disturbi alimentari / depressione / ecc.)
  • Attivare il passa-parola, ovvero chiedere consigli e nominativi ad amici e conoscenti, basandosi sulle loro esperienze personali e/o riportate.

Come cercare?

Una volta individuato uno o più nominativi che sembrano fare al caso nostro, è necessario poter verificare che il professionista sia effettivamente:

  1. qualificato – ovvero abbia la formazione e l’approccio adeguati all’intervento che ci interessa: quali Università, Scuole di specializzazione, tirocini, gruppi di supervisione ha frequentato? Qual è il suo Metodo, il suo Orientamento, la sua Teoria di appartenenza?  
  2. esperto – ovvero competente nelle problematiche che desideriamo affrontare: ha esperienza specifica di trattamento per le difficoltà o i sintomi che stiamo sperimentando? È specializzato in interventi che riteniamo utili al nostro caso?
  3. in possesso delle dovute certificazioni – ovvero in grado di esibire diplomi di laurea, attestati di specializzazione, certificati di iscrizione ad Albi e Associazioni Professionali riconosciuti.

Per fare questo è spesso sufficiente consultare il sito web del professionista; in alternativa, in occasione di un primo colloquio di reciproca conoscenza, si potrà chiedere direttamente di fornirci informazioni e rassicurazioni circa il suo percorso professionale e il Metodo adottato. È inoltre probabile che il professionista abbia esposti, nel proprio studio, i diplomi relativi al suo iter formativo – che saranno dunque verificabili di persona.

Va da sé che spesso sarà necessario incontrare più di un professionista per poter fare la scelta giusta. Prendere più di un solo “primo appuntamento” (se la selezione è ben fatta, spesso due saranno più che sufficienti) è più che legittimo, e un professionista non avrà problemi al riguardo. L’importante è specificarlo, spiegando ai diversi clinici, oltre alle ragioni che ci spingono a cercare un aiuto, cosa stiamo cercando e quali sono le nostre aspettative – oltre, naturalmente, a premurarci di avvertire tutti i professionisti interpellati, una volta che avremoeffettuato la nostra scelta.

Come fare la scelta adatta a noi?

Una volta che la competenza e le credenziali siano appurate, il fattore centrale da tenere in considerazione per operare una scelta fra diversi professionisti ugualmente qualificati è il livello di fiducia e di intesa che si instaura durante i primi incontri.

Psicoterapeuti e pazienti, così come psicologi e clienti, devono lavorare insieme. Il segreto perchéquesto lavoro produca i frutti sperati è che si instauri un rapporto di reciproca collaborazione, un’atmosfera di cooperazione e complicità che induca il cliente/paziente a sentirsi completamente a proprio agio e a essere parte di una vera e propria alleanza terapeutica, presupposto essenziale per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici, e il successivo superamento dei problemi oggetto della terapia.

La Qualità della relazione è dunque il segreto di una psicoterapia efficace, e di conseguenza uno degli elementi cruciali da tenere presente quando si è alla ricerca del professionista “giusto” per noi.

Detto questo, è inoltre importante riconoscere che non tutti i professionisti sono adatti per tutti i clienti/pazienti.

Date per appurate la preparazione e l’esperienza – come elementi necessari e imprescindibili, ma non sufficienti per trovare lo psicologo o lo psicoterapeuta a cui affidarsi, al fine di facilitare l’instaurarsi della Qualità della relazione appena citata, è consigliabile cercare di ottenere ilgiusto incastro”.

Come possiamo definire in modo preciso, scrupoloso, inequivocabile un “giusto incastro”?

Forse il modo migliore è fornire alcuni esempi:

  • per un professionista affermato e conosciuto, intellettuale di grande cultura e apertura mentale, sarà importante potersi confrontare con un professionista di elevata preparazione ed erudizione, in grado di far riferimento a un bagaglio culturale e intellettuale particolarmente vasto, a un lessico ricercato e a una dialettica acuta e costruttiva;
  • per una persona alle prese con problematiche di inadeguatezza legate alle proprie origini e al forte impulso di rivalsa sociale, interagire con il professionista precedente risulterebbe a dir poco controproducente: migliori probabilità di riuscita avrebbe un clinico in grado di modulare il proprio linguaggio in modo semplice e diretto e di ricevere il paziente in uno studio sobrio ed essenziale;
  • una giovane impiegata con ansia da prestazione e fobia sociale troverà più facile aprirsi e collaborare con una professionista donna e giovane dall’approccio caldo e informale, la cui figura le ricordi più un’amica benevola che un implacabile giudice pronto a criticare;
  • un consulente affetto da ossessione per la pulizia e l’ordine – che certamente incontrerebbe non poche difficoltà nell’interagire con la professionistaprecedente – potrebbe invece trovarsimaggiormente a proprio agio nell’affidarsi a una terapeuta dall’aspetto curato e rigoroso e da unapproccio maggiormente formale.

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito… quel che conta è aver trasmesso il senso del “giusto incastro”: il terapeuta, così come lo psicologo, deve ispirare fiducia e affidabilità, ma anche mettere a proprio agio e risultare compatibile con l’idea che, prima o poi, ci troveremo a fargli confidenze più che intime, affidandogli parti di noi che probabilmente non abbiamo condiviso con nessuno – e che dunque abbiamo il diritto di affidare a qualcuno in grado di comprendere ciò che diciamo, il modo in cui lo diciamo e i bisogni che vi stanno dietro.

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